venerdì 17 febbraio 2023

HARI OM TAT SAT....tra vero e verosimiglianza

 
HARI Om Tat Sat

Sono appena rientrato, abbastanza pensieroso per una frase letta e che mi sta facendo riflettere parecchio.
Sono quelle sensazioni che ti prendono in maniera subdola, che ti lasciano con un senso di incompiuto. Sai che c'è qualcosa che non va ma non riesci a capirlo subito. Una riflessione latente che stenta ad emergere nella superficie dei pensieri. Mi spiego.
Esco di casa per alcune commissioni e passo davanti ad un centro di Yoga. Sono sempre interessato a questi luoghi, credo che siano comunque affascinanti e certamente attraenti per un cattolico "atipico" come me. Una scritta inevitabilmente calamìta la mia attenzione; si tratta di un pannello grande sul quale alberga una scritta tradotta dal sanscrito: << Hari Om Tat Sat>>.
Ma cosa significa esattamente? 
Le traduzioni c'è la danno come " Ciò che è verità"
Allora mi si aprono un mondo di difficoltà e di domande senza risposta. 
Mi chiedo cosa possa comunicare questa frase all' ingresso di un luogo dove si pratica una disciplina che nel suo significato indica " unione". La frase dice che ( in poche parole) il creatore e il creato sono un' unica cosa. 
Quello che mi confonde è che lo Yoga sia una pratica e come questa possa essere definita Verità. 
La verità è qualcosa che permane immutabile, uguale a se stessa mentre una qualsiasi pratica è di per sé mutevole. 
Da cattolico non posso fare finta di nulla, non posso "ragionare, guardare e passare", perché la considerazione è sottile ma sostanziale.
Una pratica può essere un mezzo, che sia preghiera, meditazione, asana o ascolto, qualcosa che possa portare alla verità tutta intera, ma fare intendere che in un luogo o in una pratica ci sia l' obiettivo da raggiungere, mi sembra un errore grossolano che induce nell' errore.
Insomma per farla breve, dire che lo Yoga sia ciò che è verità la reputo aprioristicamente una menzogna se pure io lo ami e lo pratichi assiduamente.

Ripeterò sempre, e qui il mio cattolicesimo emerge e la fa da padrone, che la Verità non possa che essere  una persona.

Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».(Gv 14,6)


mercoledì 15 febbraio 2023

DANTE ENIGMA-Matteo Strukul

 " Il cavaliere ghibellino era ormai a pochi passi da lui. Dante non aveva nulla con cui difendersi"

Dante Enigma

La battaglia di Campaldino, evento centrale di tutto il medioevo diventa in questo romanzo storico la chiave di lettura di tutta la passione letteraria del poeta fiorentino che da giovane letterato e guerriero non riesce a districarsi tra la sua passione talentuosa e una società guerrafondaia e sanguinaria. Quello che Dante osserva in quella battaglia lo segnerà per sempre sia nella vita che nel suo modo di scrivere. 

I personaggi che si avvicendano nel romanzo saranno riproposti nella Divina Commedia e sono raffigurati nel loro aspetto più interiore come Béatrice, il Conte Ugolino,Giotto con il quale l' autore azzarda un' amicizia intima non menzionata i nessun documento dell' epoca.
Il male oscuro di Dante ripreso da alcuni canti dell' inferno, il rapporto difficile con Gemma sua sposa devota e frustrata contribuiscono a delineare un profilo psicologico del poeta inedito e molto interessante