martedì 5 ottobre 2021

Il senso dei social

 


Ritorno per caso sulla pagina di un mio vecchio conoscente. Un signore interessante: poeta, girovago, si potrebbe definire un saggio. Tanti ricordi in versi mi riaffiorano alla memoria, i suoi commenti sotto i miei scritti, a volte taglienti, altre volte più mansueti. 

La cosa che mi salta subìto all'occhio è la quantità enorme di auguri fatti per il suo compleanno. Chi gli scrive di volerlo abbracciare, chi si scusa perfino del ritardo ( è evidente che ha aperto il portale il giorno seguente e ha letto la notifica che glielo ricordava). Tutto molto bello, tutto interessante e penso quanto siano cambiati i tempi, come sia possibile adesso comunicare con chiunque in qualsiasi parte del globo, in breve tempo o come si dice adesso in " tempo reale" come se potesse esistere un tempo finto. Scrollo ancora più in basso  e mi accorgo che questo si verifica tutti gli anni addietro nella stessa data, a parte qualche commento un po' più lungo, più appassionato, il resto tutto uguale: auguri, scuse e frasi di convenienza senza troppi sentimenti. Il problema qual' è direte voi, in fondo facciamo tutti cosi, l' importante è il pensiero si dice comunemente.

La stranezza sta nel fatto che questo signore è deceduto circa 10 anni fa e il suo profilo è rimasto aperto in sua memoria su volontà dei parenti suppongo. Ora, a parte qualcuno che gli sarà stato veramente vicino, gli altri ogni anno vanno li, automaticamente, spinti dalle notifiche del sistema che ricorda loro la data di nascita di quest' uomo.

Non voglio aggiungere altro e neanche scrivere una prosopopea sulla necessità di questi social, del resto lì uso anche io e anche io a volte faccio gli auguri su richiesta dei sistemi che me li ricordano. Soltanto da ora in poi me ne rammenterò quando li riceverò anch'io... Spero da vivo almeno.

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