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mercoledì 16 dicembre 2020

La felicità...un atto rivoluzionario

Una rivoluzione bislacca...




  Oggi mi sono imbattuto in questa frase e mi ha davvero sorpreso, per meglio dire mi ha sorpreso la reazione che ho avuto nel sentirla. Come possa essere vera questa affermazione? Perché la persona che l’ ha pronunciata ha sentito questa necessità? Allora mi sono chiesto che cosa sia la felicità. Sarà forse non avere nessuna necessità insoddisfatta? Essere sempre gioiosi in tutto quello che capita? Forse non è poi così semplice dare una risposta esauriente. Se la felicità fosse esaudire ogni richiesta materiale non dovrebbero esserci benestanti infelici e invece molte volte mi pare che siano proprio i più ricchi ad essere i più scontenti, forse proprio perché la sete di novità non si arresta mai, alzando sempre più l’ asticella del piacere. Oppure potremmo pensare di essere sempre gioiosi e cercare di mantenere un livello alto anche nelle situazioni più cupe. Forse sì ma questo è facile solo in teoria mentre la vita mi ha insegnato che di fronte alle difficoltà tutto diventa più difficile, soprattutto sorridere.

Il fatto è che guardandomi attorno, frequentando le persone sia realmente che attraverso i media, sento sempre più, intorno, questa presenza quasi palpabile di insoddisfazione profonda, di mancanza di serenità. Naturalmente non parlo in maniera specifica di questi ultimi tempi, sicuramente la pandemia non aiuta col distanziamento e questa cappa di preoccupazione che porta con sé e che ci opprime. Parlo in senso più generale di una società che non riesce più a ritrovare se stessa forse a inseguire i suoi sogni e la sua realizzazione.

Perfino gli odiatori sociali dei social media riversano su tutto quello che incontrano, una sofferenza repressa evidentemente, un male di vita profondo che fuoriesce in un mondo virtuale perché probabilmente non può farlo nella quotidianità. Quindi tutto viene omologato da questa voglia insoddisfatta di felicità che l’ umanità tutta cerca ma non riesce ad ottenere. Così tutti ci ripieghiamo su noi stessi sul nostro insoddisfatto bisogno di gioia. E non ce ne curiamo più ci assuefacciamo a questa sensazione rimanendo quasi inconsapevoli tristemente incompiuti. 

Quando quindi qualcuno decide di elevarsi da questo stato, da questo triste piattume monocromatico e cercare un senso più alto della propria vita, di una realizzazione ( perché siamo fatti per essere felici, per cui questo è un modo per realizzarsi nella vita) viene visto, un po’ in maniera alienata come fosse una rarità.

Davvero allora cercare la felicità diventa un modo per essere alternativi al sistema e ricercarla una vera rivoluzione dei costumi e delle attitudini.

La cosa mi fa riflettere e compiacere di non essere l’ unica mente-bislacca ma di essere in buona compagnia.

L’ augurio che posso fare quindi in questo periodo è di diventare dei rivoluzionari, pacifici, cercando di realizzare lentamente i nostri sogni nella nostra vita cercando così la felicità, quella vera, forse non ci riusciremo pienamente ma mettersi in cammino è già qualcosa…


domenica 6 novembre 2016

NUOVA VESTE

Si al momento
dico che questa nuova veste
mi piace; un po' dark un po' lettera.
Si addice al tipo di blog che voglio creare
un agglomerato di pensieri
senza pretese.
Solo un archivio delle mie giornate.
Non c'è bisogno che i lettori capiscano.
L' importante è che chiunque viene
a trovarmi in questi righi si senta
a suo agio nei meandri
di una mente totalmente e
irreparabilmente...
Bislacca!!!