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giovedì 6 gennaio 2022

Epifania 1992

 
Crepuscolo





Trent’ anni son passati
senza forza
come un soffio
 a una candela che si smorza

Così, ansimante,
stringendo la mia mano  
si spegneva Il tuo respiro

 (In attesa di un miracolo)
fermavo il mio, d’adolescente,
In quel crepuscolo.

È vero!
Sono passati trent' anni.
C' è stato un prima e un dopo a quella data, un linea netta di demarcazione tra la fanciullezza, l' adolescenza e l' età adulta. E tutto sembra così fresco nella pagine della memoria, i fogli non sembrano ingialliti per nulla, eppure, una vita, come modo di dire ma anche veracemente quella di mio figlio che si è inserita tra i miei 20 e gli attuali 50.
Tutto sembra fisso li, fossilizzato nel ricordo, forse dai balsami della sofferenza. Tutto è chiuso dietro una porta, una stanza che, rimasta così come l' ultima visita di cui è stata abitata, si riapre solo in circostanze programmate.
I medici, i parenti, i suoi respiri affannosi, il mio starle seduto accanto, caparbiamente, quasi a volerla trattenere li.
L' Epifania per me non è più stata una bella ricorrenza. Lontani i giorni fanciulli, quando mio padre tornava dal lavoro con i doni. Noi aspettavamo la befana nelle feste natalizie non il "Babbo". Era un modo per risparmiare, per evitare che venutoci a noia il giocattolo di natale, avessimo avuto voglia di qualcos' altro. Escamotages intelligenti per chi doveva fare quadrare i bilanci familiari da operaio.
Quell' anno però, il regalo non fu così desiderato, ne avrei fatto a meno, e chissà quanto avrei pagato io per non averlo proprio! La Befana poteva sbagliare strada, perdersi in un bosco e invece no, ci recapitò questo dono dalla donna con la falce.
Dopo tutti questi anni il dolore non è cessato, non è svanito, ma come dire, si è creato una nicchia deformando un poco un ventricolo di cuore e ci si è stabilizzato, non punge ma ne senti il peso, forse è questa la nostalgia, la mancanza, non so, ma è sempre lì.È sempre lì quel suo ultimo respiro che come su una torta ha spento la candelina della mia fanciullezza e mio malgrado mi ha fatto diventare grande.
Li ho iniziato a indossare il mio berretto, forse per proteggermi dal vento...