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lunedì 30 novembre 2020

La socialità virtuale e la perdita di udito

L'ipoacusia del cuore...


Devo dire che mi sono davvero stupito per la grande quantità di messaggi che ho avuto in questi giorni per il mio compleanno. Davvero in tanti mi hanno fatto sentire la loro vicinanza con i loro messaggi su whattsapp e con i commenti su facebook. La cosa mi ha fatto molto piacere,perché in un momento così particolare, sapere che qualcuno ti stia pensando è molto positivo.

Devo però anche constatare di come, nonostante ci sia stato questo straordinario afflusso di persone verso le mie pagine, in tutta la giornata di ieri non abbia ricevuto neanche una telefonata. Questa cosa, naturalmente, non mi preoccupa però mi ha fatto riflettere su queste socializzazioni virtuali.

Viviamo in un periodo storico molto particolare, questo strano virus, che ho già definito “diabolico”, ci ha praticamente annullato tre sei nostri sensi. Il tatto lo ha annullato col distanziamento, come pure la vista in molte circostanze e l’olfatto, naturalmente parlo di questo riferendomi ai rapporti interpersonali. Ma come se non bastasse tutto questo ci stiamo anche privando del senso dell’udito, noi chattiamo, postiamo, condividiamo, guardiamo ma ascoltiamo sempre meno le persone a noi care, gli amici. Preferiamo lo scrivere al parlare, leggere all’ ascoltare. Il nostro orecchio si sta chiudendo e l’era delle immagini prende sempre più spazio nelle nostre relazioni.

Tutto questo potrebbe anche essere utile se i cosiddetti social fossero usati nella maniera corretta, per fare conoscenza di persone nuove con le quali poi confrontarsi e crescere, purtroppo però non è sempre così. Diventiamo sempre assoggettati psicologicamente alla febbre dei like e così pubblichiamo cose che poco ci interessano o che non rappresentano ciò che siamo e quello in cui crediamo, preferiamo seguire l’onda di quello che piace alla massa. Mi sono accorto che molti condividono articoli dei vari giornali on line senza neanche leggerli, solo perché i titoli, fatti apposta per attirare l’attenzione, possono attirare tanti consensi.

Tutto questo svaluta i mezzi moderni che potrebbero essere davvero un’occasione di crescita nel confronto. Non possiamo fare molto in proposito se non rilevare il fatto e magari incominciare a cambiare il corso della corrente, con piccoli gesti: parlando di più, facendo ascoltare la nostra voce, dando meno per scontato che sia la stessa cosa parlare o condividere un messaggio, è molto meglio prendersi un momento per scrivere un buongiorno con la tastiera piuttosto che mandare un’immagine ad una lista enorme di persone senza nessuna distinzione, ma ancora meglio è usare la voce e comunicare dal vivo, visto che siamo persone reali.

Quindi ringrazio tutti per il pensiero di aver voluto salutare una mente-bislacca come la mia per il compimento dei miei anni sperando che in tempi migliori si possa recuperare tutti i sensi per poterci riunire di nuovo in un stretta di amicizia molto più reale