domenica 4 dicembre 2016

CON PAZIENZA...

Mi sono sempre chiesto perché la nostra religione abbia tranquillamente accettato il metodo redentivo di Cristo. La sua solitudine, l'incomprensione, il tradimento, per non parlare di tutti i dolori e la morte. E poi ancora tutti i dolori subiti dai martiri nel corso dei secoli.
Tutta questa sofferenza e voglia di essa stride fortemente con la ricerca di felicità dell' uomo. Di natura l'uomo cerca l'appagamento, la gioia e il mancato soddisfacimento di questi lo porta alla frustrazione.Noi vogliamo tutto e vorremmo che la sofferenza fosse sempre allontanata dalla nostra esistenza.Man mano che mi sono addentrato nei misteri della sacra scrittura una condizione ha sempre permeato il mio ragionare e ascoltare. Dall' inizio dei tempi ad oggi l' umanità tutta vive nell' attesa. Attende un Messia, un liberatore, una nuova vita. Attende in un senso di sofferenza globale. Paolo dice che la creazione soffre le doglie di un parto. È proprio così, siamo in attesa di una vita nuova proprio come una gestante in attesa di una nuova vita. Nel frattempo siamo pazienti. La pazienza è figlia del dolore anche etimologicamente; pazienza deriva da patos. Quello che ho imparato fino ad ora è che il mio tempo non ha la stessa unità di misura di quello divino ma che le orecchie di Dio si sono abbassate fino all' uomo per poterlo ascoltare. il signore ci ascolta sempre rispondendo dall' eternità. Avere fede significa anche questo affidarsi a Lui, al fatto che ci ascolta sempre.
Papa Giovanni Paolo II disse:
Anche Gesù Cristo
sembrava impotente sulla Croce
ma Dio sempre
può di più!

Nessun commento:

Posta un commento