martedì 1 dicembre 2020

La dipartita di un servo inutile

 Un camaleonte sull’ altare


Avrei volentieri fatto a meno di parlare di questo argomento, preferendo sicuramente qualcosa di meno pesante e doloroso magari, purtroppo però non posso esimermi dallo spendere qualche riga per un evento che mi ha fatto riflettere. La mia comunità parrocchiale purtroppo in questi giorni piange un nuovo lutto e questa volta si tratta di una persona davvero silenziosa, ecco si lo definirei così, è la descrizione più giusta. Il silenzio a volte non è poi così scontato, siamo sempre abituati allo strepitio di tutti quelli che in qualche modo vogliono farsi notare a volte anche in maniera grottesca e quando ci capita qualcuno che preferisce tacere, il suo silenzio lo percepiamo solo quando la persona per un motivo qualsiasi si allontana. Queste sono le persone del fare, quelle che si espongono solo con i fatti, lasciando agli altri la propaganda, il chiacchiericcio. Sono, quelli che il vangelo chiama i “servi inutili”, che non si aspettano nulla in cambio né in ringraziamenti né in  inutili glorie effimere. E se pure nei post precedenti ho parlato della necessità di coltivare ancora il dialogo e l’ ascolto, ecco che ora, bislacca-mente, mi tocca paradossalmente elogiare il silenzio come mezzo di comunicazione.

Il silenzio è un mezzo di comunicazione potente se vuoi “spiegare” un modo di essere, ma è anche un’ arte difficile da apprendere, specialmente per un logorroico peripatetico come me. E quindi ancora una volta mi ritrovo ad imparare qualcosa nella mia vita e per la vita. Il silenzio di questa persona mi mancherà perché col suo semplice fare senza dire, senza parole, ha mostrato a tutti la vera essenza del servizio, riusciva pur restando in vista e in primo piano a scomparire alla vista di tutti, quasi mimetizzato con l’ altare mettendo in risalto l’ unica cosa importante  in una comunità parrocchiale: il Tabernacolo.

È un insegnamento che non sapevo  stessi apprendendo . Me ne sono accorto solo oggi durante la messa esequiale quando ho preso il suo posto nelle sue mansioni. Ho capito che era un passo avanti a tutti perché era invisibile.

Possiamo parlare, discutere anche litigare, ma il vero lavoro non ha bisogno di grossi discorsi, di linguaggio forbito, ha bisogno di mani che fanno. Anche i funerali sono stati spartani e ci ha lasciati, infine, esattamente come aveva vissuto, senza strepiti, senza clamore con un grande dignitoso silenzio…

Un esempio per tutti.


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