Piccole evasioni tra le routine della vita…
Lasciare la
sicurezza di un angolo comodo della mente per affacciarsi all’ignoto
può spaventare ma è l’unica cosa che affrontata può dare una
spinta maggiore al corso degli eventi.
Devo dire che
realmente i momenti di crescita sono proprio quelli in cui si lascia
la tranquillità della zona di confort. Ci creiamo zone della mente,
angoli in cui rifugiarci, dove stiamo tranquilli e possiamo
controllare tutto, eppure, a volte inevitabilmente abbiamo la
necessità di spostarci verso qualcosa di ignoto, un viaggio, un
nuovo lavoro, una situazione inaspettata, un problema da risolvere e
allora la cosa ci sorprende e ci mette nel panico per la paura di
quello che possa accadere. In realtà superare la barriera della
nostra insicurezza ci aiuta a crescere e affrontare nuove situazioni
ad avere un bagaglio di conoscenze più pieno.
“Impara l’arte e
mettila da parte” recita un antico adagio e per farlo occorre
superare la routine della quotidianità. Anche fare sempre un’unica
attività in maniera monotona diventa un “luogo chiuso” dove ci
si rifugia per non compromettersi con altro. Tutto questo però non
si può definire una vita piena e libera perché anche mentalmente
ci si può incarcerare in convinzioni, luoghi, o situazioni. Sono
spazi angusti dove la mente (sana o bislacca che sia) e poi tutta la persona non ha libero
movimento, si atrofizza, si calcifica ogni sentimento di libertà.
La cosa non è
facile, occorre un forzatura sulla nostra volontà che tenta sempre
di rimanere al calduccio in un angolino comodo. Mettere in conto
anche un eventuale fallimento, ma riuscire a farlo, mettersi in gioco
diventa evasione che si trasforma in esperienza. Per questo la
nostra crescita è l’insieme di tutte le nostre evasioni tra una
routine e l’altra.
La proposta quindi,
in tutti i settori è quella di provare sempre nuove cose finché
siamo in grado di muoverci, camminare, guardare e usare tutti i
sensi.
Vorremmo a volte
rimanere in una condizione tranquilla e sicura ma noi non siamo
statue. L’altro giorno vedevo un video in cui un uomo, un artista
di strada, si esibiva nel numero della statua vivente. Truccato come
il bronzo, si muoveva solo quando qualche ragazzino curioso gli
offriva qualche spicciolo. Tra un movimento e l’altro rimaneva
perfettamente immobile tanto che dei piccioni, gli si posavano
addosso come se davvero fosse una statua di metallo fuso. Ecco
questo è proprio il male peggiore che possa capitarci, essere,
diventare o venire considerati delle persone addormentate alla vita.
Ogni occasione per vivere, quindi, che non viene usata, è
irrimediabilmente persa. Non è bello essere un appoggio per
piccioni.